Chiamammo Dardi a Venezia per parlare del Ventre dell’architetto e ne parlò senza reticenze elogiando il regista più che la propria scenografia, soffermandosi su Boullée, e ancora sulla forma come scrittura. Non era l’ennesima celebrazione del “razionalismo esaltato” ma l’esposizione, a tratti persino viscerale, di una condizione dubitativa attraverso cui la ragione riconsiderava coscientemente i propri limiti. Con eleganza ben diversa da quella di Stourley Craklite architetto di Chicago che nella finzione di Greenaway viene a Roma per “promuovere Boullée” e incontra il dramma a portata di ombelico, Costantino parte e dal ventre dell'architettura occidentale, che divora e digerisce tutto: stili, epoche, persone, ideologie.
L'ombra del paradiso perduto
Giovanni Fraziano
2022-01-01
Abstract
Chiamammo Dardi a Venezia per parlare del Ventre dell’architetto e ne parlò senza reticenze elogiando il regista più che la propria scenografia, soffermandosi su Boullée, e ancora sulla forma come scrittura. Non era l’ennesima celebrazione del “razionalismo esaltato” ma l’esposizione, a tratti persino viscerale, di una condizione dubitativa attraverso cui la ragione riconsiderava coscientemente i propri limiti. Con eleganza ben diversa da quella di Stourley Craklite architetto di Chicago che nella finzione di Greenaway viene a Roma per “promuovere Boullée” e incontra il dramma a portata di ombelico, Costantino parte e dal ventre dell'architettura occidentale, che divora e digerisce tutto: stili, epoche, persone, ideologie.File | Dimensione | Formato | |
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