Dall’ascesa al potere dell’AKP (2003), la politica regionale ha rappresentato uno dei primi ambiti nei quali la nuova classe di policy maker ha assunto un atteggiamento di netta rottura rispetto al passato. Dopo anni di chiusura nei confronti del Medio Oriente, la Turchia ha cercato di costruirsi un ruolo di leadership, sfruttando sia la trasformazione dell’identità nazionale di cui gli elementi culturali - storia (ottomana) e religione (sunnita) - costituiscono i pilastri, sia la favorevole congiuntura economica (globale) e politica (regionale). Attualmente, seppure parzialmente isolata a causa delle posizioni assunte durante le rivolte del 2011 la Turchia riveste un ruolo centrale e attivo nella configurazione dell’ordine mediorientale. Il crescente isolamento, il nuovo contesto regionale e le ridotte risorse materiali di cui la Turchia gode hanno spinto Ankara a consolidare il legame con il Qatar. I due paesi costituiscono il terzo polo, sunnita eterodosso (hanafita-hanbalita), che cerca da una parte di limitare l’effetto della politica destabilizzante del polo saudita (wahhabita-salafita) e, dall’altra parte, di mantenere dei canali aperti e concilianti con l’Iran sciita. Nonostante gli sviluppi post-rivolte abbiano ridimensionato le ambizioni turche, mostrando l’inadeguatezza di Ankara nel ricoprire il ruolo di paese-guida, il Medio Oriente rimane il contesto dalla cui stabilità dipenderà il futuro della ‘nuova’ Turchia e, molto probabilmente, del suo stesso leader.

La politica mediorientale della Turchia: dall’autonomia alla nascita dell’Asse turco-qatariota

Donelli
2019-01-01

Abstract

Dall’ascesa al potere dell’AKP (2003), la politica regionale ha rappresentato uno dei primi ambiti nei quali la nuova classe di policy maker ha assunto un atteggiamento di netta rottura rispetto al passato. Dopo anni di chiusura nei confronti del Medio Oriente, la Turchia ha cercato di costruirsi un ruolo di leadership, sfruttando sia la trasformazione dell’identità nazionale di cui gli elementi culturali - storia (ottomana) e religione (sunnita) - costituiscono i pilastri, sia la favorevole congiuntura economica (globale) e politica (regionale). Attualmente, seppure parzialmente isolata a causa delle posizioni assunte durante le rivolte del 2011 la Turchia riveste un ruolo centrale e attivo nella configurazione dell’ordine mediorientale. Il crescente isolamento, il nuovo contesto regionale e le ridotte risorse materiali di cui la Turchia gode hanno spinto Ankara a consolidare il legame con il Qatar. I due paesi costituiscono il terzo polo, sunnita eterodosso (hanafita-hanbalita), che cerca da una parte di limitare l’effetto della politica destabilizzante del polo saudita (wahhabita-salafita) e, dall’altra parte, di mantenere dei canali aperti e concilianti con l’Iran sciita. Nonostante gli sviluppi post-rivolte abbiano ridimensionato le ambizioni turche, mostrando l’inadeguatezza di Ankara nel ricoprire il ruolo di paese-guida, il Medio Oriente rimane il contesto dalla cui stabilità dipenderà il futuro della ‘nuova’ Turchia e, molto probabilmente, del suo stesso leader.
2019
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