Il possibile sfruttamento dell’energia rinnovabile del mare rappresenta una nuova prospettiva di utilizzo economico dello spazio marittimo che però, potendo spingersi anche ben oltre l’orizzonte giuridico delle acque territoriali, apre nuovi e interessanti quesiti di compatibilità con gli usi pubblici del mare e si inserisce nella problematica geo-politica della territorializzazione marittima che, ri-affermando l’estensione delle prerogative sovrane degli Stati sul mare, inizia a sconfessare la statuizione dogmatico-giuridica dei mari quali res quae occupari non possunt. Per cantierare e localizzare gli insediamenti energetici offshore è così richiesta una vera e propria funzione di pianificazione energetica dello spazio marittimo, laddove la potenziale (e niente affatto scontata) sovrapposizione tra il piano nazionale del mare e i piani di gestione dello spazio marittimo, ri-solleva il problema pubblicistico generale di individuare la puntuale “dimensione pianificatoria”, che impone di ricostruire una possibile zonizzazione marittima che tenga conto, nella destinazione d’uso spaziale, delle differenze economiche, giuridiche e geografiche tra acque territoriali, zona contigua e alto mare, e che, a fronte delle inevitabili “interazioni terra-mare”, consente di ritrovare nell’ambito portuale uno degli elementi centrali di irradiazione giuridica della sovranità Statale.

Usi pubblici del mare e territorializzazione marittima: prospettive geo-giuridiche della pianificazione energetica del mar Mediterraneo

guido befani
2024-01-01

Abstract

Il possibile sfruttamento dell’energia rinnovabile del mare rappresenta una nuova prospettiva di utilizzo economico dello spazio marittimo che però, potendo spingersi anche ben oltre l’orizzonte giuridico delle acque territoriali, apre nuovi e interessanti quesiti di compatibilità con gli usi pubblici del mare e si inserisce nella problematica geo-politica della territorializzazione marittima che, ri-affermando l’estensione delle prerogative sovrane degli Stati sul mare, inizia a sconfessare la statuizione dogmatico-giuridica dei mari quali res quae occupari non possunt. Per cantierare e localizzare gli insediamenti energetici offshore è così richiesta una vera e propria funzione di pianificazione energetica dello spazio marittimo, laddove la potenziale (e niente affatto scontata) sovrapposizione tra il piano nazionale del mare e i piani di gestione dello spazio marittimo, ri-solleva il problema pubblicistico generale di individuare la puntuale “dimensione pianificatoria”, che impone di ricostruire una possibile zonizzazione marittima che tenga conto, nella destinazione d’uso spaziale, delle differenze economiche, giuridiche e geografiche tra acque territoriali, zona contigua e alto mare, e che, a fronte delle inevitabili “interazioni terra-mare”, consente di ritrovare nell’ambito portuale uno degli elementi centrali di irradiazione giuridica della sovranità Statale.
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