Ancora una volta, come accaduto in tante fasi del suo sviluppo, Trieste e il suo porto stanno cercando un punto di equilibrio tra spinte contrapposte e una collocazione stra- tegica e robusta nel contesto internazionale. Se guardiamo alle vicende della città dalla sua fondazione ai nostri giorni, possiamo affermare, d’accordo con Deganutti che «la mis- sione storica e geopolitica di Trieste, pena la perdita della sua ragion d’essere, è quella di servire, come porto franco, un’ampia area plurinazionale, quale che sia la forma poli- tica più consona al momento storico»12. La prerogativa di essere porto franco non ha vantaggi soltanto dal punto di vista economico, ma può avere risvolti di natura geopolitica. In un mondo sempre più conflittuale, incerto, dove sem- brano tornare blocchi contrapposti, più o meno dichiarate guerra commerciali, dazi e protezionismi, la natura di porto franco internazionale può essere agita come terzietà, messa a disposizione di tutti gli Stati, recuperando, nel porto, la neutralità alla quale Trieste ha ambìto nel Secondo dopo- guerra con il Territorio libero di Trieste, previsto nel trattato di pace del 1947, ma di fatto soltanto evocato e poi superato con il trattato di Osimo del 1975. Perché ciò accada serve una governance capace che sappia scrutare oltre gli orizzonti, per essere preparata ai cambiamenti sempre più veloci e ra- dicali che nel quadro internazionale si stanno dispiegando. Non solo bravi tecnici, ma tante sentinelle che, come quella biblica, sappiano dire a che punto è la notte.
Trieste, città aperta: il porto, le merci, i futuri contesi e incerti
Carrosio Giovanni
2025-01-01
Abstract
Ancora una volta, come accaduto in tante fasi del suo sviluppo, Trieste e il suo porto stanno cercando un punto di equilibrio tra spinte contrapposte e una collocazione stra- tegica e robusta nel contesto internazionale. Se guardiamo alle vicende della città dalla sua fondazione ai nostri giorni, possiamo affermare, d’accordo con Deganutti che «la mis- sione storica e geopolitica di Trieste, pena la perdita della sua ragion d’essere, è quella di servire, come porto franco, un’ampia area plurinazionale, quale che sia la forma poli- tica più consona al momento storico»12. La prerogativa di essere porto franco non ha vantaggi soltanto dal punto di vista economico, ma può avere risvolti di natura geopolitica. In un mondo sempre più conflittuale, incerto, dove sem- brano tornare blocchi contrapposti, più o meno dichiarate guerra commerciali, dazi e protezionismi, la natura di porto franco internazionale può essere agita come terzietà, messa a disposizione di tutti gli Stati, recuperando, nel porto, la neutralità alla quale Trieste ha ambìto nel Secondo dopo- guerra con il Territorio libero di Trieste, previsto nel trattato di pace del 1947, ma di fatto soltanto evocato e poi superato con il trattato di Osimo del 1975. Perché ciò accada serve una governance capace che sappia scrutare oltre gli orizzonti, per essere preparata ai cambiamenti sempre più veloci e ra- dicali che nel quadro internazionale si stanno dispiegando. Non solo bravi tecnici, ma tante sentinelle che, come quella biblica, sappiano dire a che punto è la notte.| File | Dimensione | Formato | |
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