Il contributo affronta una questione di ordine processuale, concernente la sorte delle impugnative in via principale qualora sopraggiunga in corso di causa una modifica della disposizione censurata, che tuttavia non ne alteri il contenuto sostanziale. La soluzione inveratasi nella giurisprudenza costituzionale consiste nel trasferimento della questione sullo ius superveniens, trasferimento del quale vengono esaminate la logica giustificativa, incentrata essenzialmente nell’esigenza di garantire l’effettività della tutela costituzionale delle parti, e la relativa tenuta in rapporto ad altri principi del processo costituzionale (e non solo), quali i principi della corrispondenza fra chiesto e pronunciato, del contraddittorio (per tutelare il quale appare opportuno coinvolgere le parti nella decisione sul trasferimento), di terzietà del giudice, oltre che in relazione alla presenza di termini di decadenza, che connotano i giudizi in via diretta sulle leggi. Si evidenzia poi come in vari casi la Corte costituzionale provvede ad estendere l’oggetto del proprio sindacato, pronunciandosi alla pari sia sulla disposizione originaria che su quella sopravvenuta, dando quindi vita ad un intervento differente dal vero e proprio trasferimento. Quest’ultimo viene infine comparato con altro istituto, l’annullamento in via consequenziale del diritto sopravvenuto, per porre in luce i rispettivi ambiti di azione.
Ius superveniens nel giudizio in via principale fra trasferimento della questione, estensione ed illegittimità consequenziale
MONEGO, DAVIDE
2012-01-01
Abstract
Il contributo affronta una questione di ordine processuale, concernente la sorte delle impugnative in via principale qualora sopraggiunga in corso di causa una modifica della disposizione censurata, che tuttavia non ne alteri il contenuto sostanziale. La soluzione inveratasi nella giurisprudenza costituzionale consiste nel trasferimento della questione sullo ius superveniens, trasferimento del quale vengono esaminate la logica giustificativa, incentrata essenzialmente nell’esigenza di garantire l’effettività della tutela costituzionale delle parti, e la relativa tenuta in rapporto ad altri principi del processo costituzionale (e non solo), quali i principi della corrispondenza fra chiesto e pronunciato, del contraddittorio (per tutelare il quale appare opportuno coinvolgere le parti nella decisione sul trasferimento), di terzietà del giudice, oltre che in relazione alla presenza di termini di decadenza, che connotano i giudizi in via diretta sulle leggi. Si evidenzia poi come in vari casi la Corte costituzionale provvede ad estendere l’oggetto del proprio sindacato, pronunciandosi alla pari sia sulla disposizione originaria che su quella sopravvenuta, dando quindi vita ad un intervento differente dal vero e proprio trasferimento. Quest’ultimo viene infine comparato con altro istituto, l’annullamento in via consequenziale del diritto sopravvenuto, per porre in luce i rispettivi ambiti di azione.Pubblicazioni consigliate
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