Il cuore può venire metastatizzato da qualsiasi neoplasia maligna capace di diffondere a distanza ed i tassi di frequenza di questo evento sono molto più elevati di quanto si creda, tanto che, quando un paziente affetto da tumore maligno sviluppa una disfunzione cardiaca senza motivo apparente, si dovrebbe comunque sospettare una diffusione metastatica al cuore. La capacità diffusiva tumorale cardiaca dipende dal rapporto fra la potenzialità biologica specifica del tumore primitivo, la localizzazione di quest’ultimo [più o meno prossima al cuore] e la forza contrattile e drenante del miocardio. Le metastasi cardiache possono coinvolgere, anche in combinazione, il pericardio, l’epicardio, il miocardio, l’endocardio, le camere cardiache o realizzare trombi neoplastici endocavitari. I tumori diffondono al cuore attraverso quattro possibili vie: l’estensione diretta, la via ematica, la via linfatica, la diffusione intracavitaria dalla vena cava inferiore o dalle vene polmonari. Per quanto riguarda il coinvolgimento metastatico pericardico le vie principali di diffusione sono l’estensione diretta da tumori intratoracici, o uno spread linfatico retrogrado da vasi linfatici tracheali o broncomediastinici, o ancora una diffusione da metastasi miocardiche o epicardiche. Le vie di accesso ai distretti epicardico o miocardico sono lo spread linfatico retrogrado dai vasi linfatici mediastinici tracheali o broncomediastinici, oppure la via ematica o l’estensione da un pericardio già coinvolto dal tumore. Le vie di accesso al distretto endocardico sono la via ematica diretta alle camere cardiache con impianto endocavitario, o l’estensione da metastasi del miocardio. I tassi di frequenza delle metastasi cardiache riportati in letteratura sono molto variabili con range che vanno da poco più del 2% ad oltre il 18%. Nella nostra esperienza la loro frequenza è pari circa al 9% di tutte le neoplasie maligne valutate in corso di riscontro diagnostico [dati ottenuti su 18.751 riscontri diagnostici e 7289 neoplasie maligne]. I riscontri di metastasi cardiache si riducono di frequenza con l’invecchiamento [16.8% nei soggetti giovani vs 5% negli ultraottantenni]. I tumori a maggiore tasso di diffusione cardiaca sono risultati il mesotelioma pleurico [48.4%], il melanoma [27.8%], l’adenocarcinoma del polmone [21%], il carcinoma indifferenziato del polmone [19.5%], il carcinoma squamoso [18.2%], il carcinoma della mammella [15.5%], il carcinoma ovarico [10.3%], le neoplasie linfomieloproliferative [9.4%], il carcinoma bronchioloalveolare [9.8%], il carcinoma gastrico [8%], le neoplasie renali [7.3%] e del pancreas [6.4%]. Valutando la metastatizzazione al cuore sulla base delle sole neoplasie che hanno dato metastasi a vari distretti, le frequenze si incrementano significativamente passando ad una frequenza del 14.2%. I tassi globali di coinvolgimento cardiaco per distretto specifico sono risultati pari a quasi il 50% per il pericardio, al 24.4% per l’epicardio, al 22.6% per il miocardio ed al 3.6% per l’endocardio. Le neoplasie a maggior coinvolgimento pericardico sono risultate il mesotelioma e l’adenocarcinoma del polmone, quelle a maggior coinvolgimento epicardico sono risultate il melanoma ed il carcinoma squamoso e bronchioloalveolare del polmone, mentre il miocardio è stato maggiormente coinvolto in caso di melanoma e di processi linfomieloproliferativi. L’endocardio è stato particolarmente coinvolto in corso di melanoma, carcinoma renale e carcinoma epatico.

Le metastasi al cuore.

SILVESTRI, FURIO;BUSSANI, ROSSANA
2005-01-01

Abstract

Il cuore può venire metastatizzato da qualsiasi neoplasia maligna capace di diffondere a distanza ed i tassi di frequenza di questo evento sono molto più elevati di quanto si creda, tanto che, quando un paziente affetto da tumore maligno sviluppa una disfunzione cardiaca senza motivo apparente, si dovrebbe comunque sospettare una diffusione metastatica al cuore. La capacità diffusiva tumorale cardiaca dipende dal rapporto fra la potenzialità biologica specifica del tumore primitivo, la localizzazione di quest’ultimo [più o meno prossima al cuore] e la forza contrattile e drenante del miocardio. Le metastasi cardiache possono coinvolgere, anche in combinazione, il pericardio, l’epicardio, il miocardio, l’endocardio, le camere cardiache o realizzare trombi neoplastici endocavitari. I tumori diffondono al cuore attraverso quattro possibili vie: l’estensione diretta, la via ematica, la via linfatica, la diffusione intracavitaria dalla vena cava inferiore o dalle vene polmonari. Per quanto riguarda il coinvolgimento metastatico pericardico le vie principali di diffusione sono l’estensione diretta da tumori intratoracici, o uno spread linfatico retrogrado da vasi linfatici tracheali o broncomediastinici, o ancora una diffusione da metastasi miocardiche o epicardiche. Le vie di accesso ai distretti epicardico o miocardico sono lo spread linfatico retrogrado dai vasi linfatici mediastinici tracheali o broncomediastinici, oppure la via ematica o l’estensione da un pericardio già coinvolto dal tumore. Le vie di accesso al distretto endocardico sono la via ematica diretta alle camere cardiache con impianto endocavitario, o l’estensione da metastasi del miocardio. I tassi di frequenza delle metastasi cardiache riportati in letteratura sono molto variabili con range che vanno da poco più del 2% ad oltre il 18%. Nella nostra esperienza la loro frequenza è pari circa al 9% di tutte le neoplasie maligne valutate in corso di riscontro diagnostico [dati ottenuti su 18.751 riscontri diagnostici e 7289 neoplasie maligne]. I riscontri di metastasi cardiache si riducono di frequenza con l’invecchiamento [16.8% nei soggetti giovani vs 5% negli ultraottantenni]. I tumori a maggiore tasso di diffusione cardiaca sono risultati il mesotelioma pleurico [48.4%], il melanoma [27.8%], l’adenocarcinoma del polmone [21%], il carcinoma indifferenziato del polmone [19.5%], il carcinoma squamoso [18.2%], il carcinoma della mammella [15.5%], il carcinoma ovarico [10.3%], le neoplasie linfomieloproliferative [9.4%], il carcinoma bronchioloalveolare [9.8%], il carcinoma gastrico [8%], le neoplasie renali [7.3%] e del pancreas [6.4%]. Valutando la metastatizzazione al cuore sulla base delle sole neoplasie che hanno dato metastasi a vari distretti, le frequenze si incrementano significativamente passando ad una frequenza del 14.2%. I tassi globali di coinvolgimento cardiaco per distretto specifico sono risultati pari a quasi il 50% per il pericardio, al 24.4% per l’epicardio, al 22.6% per il miocardio ed al 3.6% per l’endocardio. Le neoplasie a maggior coinvolgimento pericardico sono risultate il mesotelioma e l’adenocarcinoma del polmone, quelle a maggior coinvolgimento epicardico sono risultate il melanoma ed il carcinoma squamoso e bronchioloalveolare del polmone, mentre il miocardio è stato maggiormente coinvolto in caso di melanoma e di processi linfomieloproliferativi. L’endocardio è stato particolarmente coinvolto in corso di melanoma, carcinoma renale e carcinoma epatico.
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