Gli edifici del Porto Vecchio sono testimonianza di un’applicazione di caratteri tipologici e costruttivi delle costruzioni portuali e costituiscono una straordinaria testimonianza di sperimentazione di tecnologie costruttive del cemento armato, allora poco più che agli albori, eccezionalmente riscontrabili nello stesso contesto. Questo patrimonio ha comportato la trasformazione di Trieste, in particolare nella seconda metà del XIX secolo in seguito agli sforzi economici e tecnici dell’Impero Asburgico, realizzando un legame che, per quanto forte e tutt’ora perdurante, è stato a più riprese indebolito dagli eventi storici. Leggendo questo patrimonio, è possibile ripercorrere e studiare una fase decisiva della storia della tecnica delle costruzioni, e del cemento armato in particolare, vista l’attività svolta da progettisti pionieristici e da imprese costruttrici che hanno mutuato conoscenze e hanno implementato prove empiriche e modalità di realizzazione dei fabbricati industriali, apportando in situ modifiche e miglioramenti a modelli già sperimentali. Il Porto Vecchio è contesto complesso che, per la natura e l’onerosità dei problemi tecnici affrontati, la dimensione dei lavori eseguiti, i contenuti tecnologici, si configura come la prima grande opera di una Trieste moderna. Il riconoscimento della straordinarietà di queste realizzazioni sperimentali costituisce la premessa insopprimibile a qualsiasi intervento volto alla restituzione del patrimonio alla città, alla sua economia e ad un desiderato livello di operatività. Questa è condizione fondamentale per la preservazione dei suoi valori storici, culturali, architettonici e tecnologici, pur accettandone una transizione verso nuove destinazioni d’uso.

La sfida tecnologica del Porto Vecchio di Trieste. I brevetti sperimentali per la realizzazione dei Lagerhäuser

Carlo Antonio Stival
2019-01-01

Abstract

Gli edifici del Porto Vecchio sono testimonianza di un’applicazione di caratteri tipologici e costruttivi delle costruzioni portuali e costituiscono una straordinaria testimonianza di sperimentazione di tecnologie costruttive del cemento armato, allora poco più che agli albori, eccezionalmente riscontrabili nello stesso contesto. Questo patrimonio ha comportato la trasformazione di Trieste, in particolare nella seconda metà del XIX secolo in seguito agli sforzi economici e tecnici dell’Impero Asburgico, realizzando un legame che, per quanto forte e tutt’ora perdurante, è stato a più riprese indebolito dagli eventi storici. Leggendo questo patrimonio, è possibile ripercorrere e studiare una fase decisiva della storia della tecnica delle costruzioni, e del cemento armato in particolare, vista l’attività svolta da progettisti pionieristici e da imprese costruttrici che hanno mutuato conoscenze e hanno implementato prove empiriche e modalità di realizzazione dei fabbricati industriali, apportando in situ modifiche e miglioramenti a modelli già sperimentali. Il Porto Vecchio è contesto complesso che, per la natura e l’onerosità dei problemi tecnici affrontati, la dimensione dei lavori eseguiti, i contenuti tecnologici, si configura come la prima grande opera di una Trieste moderna. Il riconoscimento della straordinarietà di queste realizzazioni sperimentali costituisce la premessa insopprimibile a qualsiasi intervento volto alla restituzione del patrimonio alla città, alla sua economia e ad un desiderato livello di operatività. Questa è condizione fondamentale per la preservazione dei suoi valori storici, culturali, architettonici e tecnologici, pur accettandone una transizione verso nuove destinazioni d’uso.
2019
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