Sulla scia delle teorie critiche giusfemministe e ‘giusqueer’, il contributo si interroga su come i diritti umani descrivano o sottintendano le relazioni di potere basate sul genere, ossia su come mascolinità e femminilità siano state costruite a partire dalle definizioni ed interpretazioni di genere contenute nelle fonti (soprattutto soft) internazionali. L’analisi offre, infatti, tre possibili risposte alla domanda ‘che cos’è il genere nei diritti umani?’. Anzitutto, (1) il genere è sinonimo di donne: le donne sono una sineddoche, rappresentando una parte del tutto (genere = donne). La presente riflessione decostruisce, quindi, la dicotomia tra sesso-natura e genere-cultura, superando sia la configurazione essenzialista del sesso come dato puramente biologico, sia la sinonimia tra genere e donne. Inoltre, (2) le dinamiche di potere di genere riprodotte nella maggior parte degli strumenti internazionali riproducono, di fatto, il dualismo della società (occidentale del XX e XXI secolo), fondato sull’esistenza di due sole soggettività di genere (uomo/donna). (3) Il binarismo di genere è, infine, condizione di operatività dell’asimmetria di potere, che attribuisce una connotazione di dominio al lato maschile e di sottomissione a quello femminile (uomo > donna). La conclusione rintraccia, incoraggiandole, alcune narrazioni alternative, che considerano il genere come categoria globale di analisi, al di là del dualismo e dell’asimmetria. Si tratta, tuttavia, di interpretazioni minoritarie che occupano uno spazio, ad oggi, assai limitato nel discorso dei diritti umani e, spesso, privo di continuità istituzionale.

Il genere nei diritti umani: narrazioni e contronarrazioni

Giovanna Gilleri
2023-01-01

Abstract

Sulla scia delle teorie critiche giusfemministe e ‘giusqueer’, il contributo si interroga su come i diritti umani descrivano o sottintendano le relazioni di potere basate sul genere, ossia su come mascolinità e femminilità siano state costruite a partire dalle definizioni ed interpretazioni di genere contenute nelle fonti (soprattutto soft) internazionali. L’analisi offre, infatti, tre possibili risposte alla domanda ‘che cos’è il genere nei diritti umani?’. Anzitutto, (1) il genere è sinonimo di donne: le donne sono una sineddoche, rappresentando una parte del tutto (genere = donne). La presente riflessione decostruisce, quindi, la dicotomia tra sesso-natura e genere-cultura, superando sia la configurazione essenzialista del sesso come dato puramente biologico, sia la sinonimia tra genere e donne. Inoltre, (2) le dinamiche di potere di genere riprodotte nella maggior parte degli strumenti internazionali riproducono, di fatto, il dualismo della società (occidentale del XX e XXI secolo), fondato sull’esistenza di due sole soggettività di genere (uomo/donna). (3) Il binarismo di genere è, infine, condizione di operatività dell’asimmetria di potere, che attribuisce una connotazione di dominio al lato maschile e di sottomissione a quello femminile (uomo > donna). La conclusione rintraccia, incoraggiandole, alcune narrazioni alternative, che considerano il genere come categoria globale di analisi, al di là del dualismo e dell’asimmetria. Si tratta, tuttavia, di interpretazioni minoritarie che occupano uno spazio, ad oggi, assai limitato nel discorso dei diritti umani e, spesso, privo di continuità istituzionale.
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